Trasferta di Natale a Schwaz

14.12.2015 15:00

Una pietra miliare per il coro "I Musici Cantori" di Trento nell'ambito del gemellaggio promosso dall'associazione "Amici di Schwaz". Un weekend nell'omonima cittadina del Tirolo per mantener fede ad un appuntamento  tradizionale che da venticinque anni  coinvolge, a turno, un coro dell'Argentario.

Presenza, quella di una formazione corale, per nulla casuale, perché la musica è un ponte in grado di abbattere qualunque barriera geografica, favorendo legami  e occasioni di incontro: incontro di affinità artistiche, di emozioni, di sogni e progetti condivisi, ma anche  di delusioni, amarezze, solitudini.

La musica ha il potere straordinario di essere e di shackerare tutto questo, dando vita a dei cocktail emozionali strepitosi per chi canta e per chi ascolta. Di qui l’entusiasmo di venticinque voci nel proporre  brani natalizi, sfidando il gelo nella graziosa piazza di Rattenberg ed esibendosi sul piccolo palco tra le bancarelle illuminate di Schwaz,  là dove, seppur in un clima un po’ dispersivo che profuma di wurstel e di punch, le note de “La montanara”, richiesta a gran voce, strappano qualche lacrima e lunghi applausi, coinvolgendo nel canto anche gli spettatori, a dimostrazione di come la musica oltrepassi i confini geografici percorrendo ben altre latitudini, quelle umane, fino a raggiungere il cuore e l'animo delle persone.

La musica è meraviglia, riempie la vita e le dà un senso. Si può amarla al punto da poterla vivere, sentire, urlare, da poterla cantare con le lacrime agli occhi ma anche con un sorriso stampato sul viso o, perché no, ridendo  tanto da non respirare. Cantare in compagnia è insieme dimenticare e condividere il proprio stato d’animo con le persone che si hanno a fianco, entrando in sintonia con esse, dando vita ad un’esperienza coinvolgente e travolgente. Ecco spiegato come, allo stesso modo, ci si possa emozionare animando una messa e offrendo un  concerto nella suggestiva chiesetta di S.Martin, ma anche inerpicandosi sul sentiero che conduce al castello di Schwaz, riscaldandosi con bevande fumanti nella piccola corte interna, improvvisando un concertino nella cappella attigua sulle note dell’Ave Maria del Maestro Culmone, prima di  risalire sul pullman e intonare repertori goliardici, dopo una sosta nell’atmosfera intima dei mercatini di Hall, assaporando brûlè e sbucciando castagne bollenti, pregustando il ricordo di due giornate intense che diventano, a poco a poco, crescente ed inevitabile  nostalgia.

Daniela Carloni