CONCERTO per SUSANNA

02.10.2019 10:58

Ti vorremmo invitare (per tempo, segna la data di venerdì sera 25 ottobre!) a una serata unica per un libro straordinario.

Una serata speciale di musica - quella del coro dei Musici Cantori - e di parole. 

Le parole più difficili da scrivere (sulla morte di una figlia giovanissima) le ha trovate e le ha scritte Enrico Rufi. Il suo libro “L’alleluja di Susanna” (edizioni San Paolo) è straordinario perché non è normale (né tanto meno “giusto”) perdere una figlia a 18 anni, l’unica – fra un milione di ragazze e ragazzi! – che non è tornata dalla Giornata mondiale della gioventù di Cracovia, tre anni fa. 

Straordinario perché non è normale che un papà (seppur papà giornalista, come Enrico Rufi storica voce di Radio Radicale) trovi la forza e la voce per dire di una figlia strappata alla vita così, da una feroce meningite, senza un senso apparente.

La voce di Enrico parla così: “Riposa in tenuta da pellegrina: la maglietta della Gmg e i pantaloncini macchiati dal verde dell’erba di Cracovia. In ospedale a Vienna le avevano tolto, tagliandolo, il braccialetto giallo che portava al polso destro. E che ora tiene tra le mani. C’è scritto ‘Jesus, I trust in you’. Gesù, confido in te. Sulla sua tomba non ci sono solo fiori. Ci sono anche tanti sassolini. Li lasciano i suoi amici della Gmg che sono tornati senza di lei ricordando quanto lei stessa, durante una visita al cimitero della sinagoga di Cracovia quattro giorni prima di morire, avesse apprezzato l’usanza ebraica di lasciare sassi sulle tombe”.

In questo libro, Susanna è viva anche quando non vive più. Il suo Alleluja davvero risuona vivo perché viva e curiosa e appassionata e fiduciosa era lei, Susanna.

Venerdì 25 ottobre nella chiesa di San Pietro a Trento (ore 20.30) l’Alleluja di Susanna risuonerà in un concerto-presentazione, con il papà-autore che la racconterà e si racconterà. Susy stava appunto imparando a suonare, con la chitarra, la meravigliosa canzone di Leonard Cohen, “Hallelujah”, che ha il dono di riuscire – proprio come nell’altro suo capolavoro, che guardacaso s’intitola “Suzanne” – a mettere insieme Dio e la vita, l’amore spirituale e l’amor carnale, l’amore sacro e l’amor profano. Ma non è solo il cristianesimo, religione dell’incarnazione, che può tenere insieme le due dimensioni? Proprio come il David dell’Alleluja di Cohen, il re musicista e poeta e guerriero e innamorato di tutto, dell’unico Dio ma non di una sola donna?

I Musici Cantori diretti da Mattia Culmone cominceranno ovviamente intonando lo “Hallelujah” di Cohen e poi, tra gli altri canti, attraverseranno la strada dei Beatles (“The long and winding road”, “Molte volte sono rimasto solo e molte volte ho pianto. Comunque, non saprai mai tutte le strade che ho provato”), rievocheranno l’antica melodia di “Greensleeves” (brano inglese di età elisabettiana sul tempo andato che non torna), saliranno alle “Montagne addio”, ci consoleranno con il corale "Jesus Bleibet": non c’è nessuno come Bach che ci racconti del cielo e ci guarisca dalle ferite della terra, “Gesù rimane la mia gioia, linfa e consolazione del mio cuore”.

Il tempo di “Count the Stars” e saremo di nuovo all' Hallelujah finale, a chiudere il cerchio: “La voce segreta di David cantore, l’antica cetra gradita al Signore...”.

Enrico Rufi la vede così, l’avventura pazzesca del suo libro nata dopo la disavventura pazzesca di sua figlia: “ ’A vida, amigo, é a arte do encontro’, cantava Vinicius de Moraes. Questo concerto è il frutto dell’incontro tra i Musici Cantori e ‘L’alleluja di Susanna’, che è il lascito di una ragazza di nemmeno diciannove anni stroncata a Vienna da una meningite fulminante, al ritorno dalla GMG di Cracovia nell’estate del 2016. Non è un concerto dedicato a Susanna, ma un concerto ispirato a lei, al suo Alleluja, che un anno dopo la sua morte il suo papà ha fatto diventare un libro. Ora, con le parole cantate che si inseriscono tra le parole lette, L'alleluja di Susanna recupera l'intima dimensione musicale promessa dal titolo e assume più compiutamente quella statura di inno, alla fede e di fede, evocato dal cardinal Gualtiero Bassetti nella sua prefazione. Un inno comunque laico, che testimonia un cristianesimo non religioso, che trova alimento nel magistero di papa Francesco. In questa prospettiva, il sacro è trasversale alla musica ‘sacra’ e a quella ‘profana’… I brani scelti non solo concorrono a sublimare in malinconia, in mistero e perfino in gioia e pace il dolore non sempre filtrato delle pagine del libro, ma rendono palpabile con l’arte polifonica la bellezza di cui hanno fatto incetta gli occhi di Susanna nel corso della sua breve vita”.

La vita, amiche e amici, è sapere cogliere la bellezza. Sapendo che la bellezza è un miracolo passeggero e che la vita è breve.

In alcuni casi, come per Susanna, troppo troppo troppo breve.